Il caffè verde crudo è uno dei modi di utilizzare i frutti della pianta del caffè. Attualmente è sotto i riflettori come nuovo metodo per il dimagrimento e di conseguenza sta rubando la scena sulle pagine delle riviste, sulle vetrine dei negozi, in rete.
Dal punto di vista prettamente chimico, i pregi del caffè verde crudo sono i seguenti:
– contiene metil-xantine, molecole ad azione lipolitica, vale a dire molecole che hanno la capacità di liberale gli acidi grassi dalle cellule adipose bianche (le cellule “del grasso” per intenderci); in questo modo, le cellule adipose riducono il loro volume ed il loro peso;
– contiene acido clorogenico in misura del 5-10% (contro l’1-5% del caffè tostato), molecola con effetti antiossidanti (blocca sia la formazione delle specie radicaliche dell’ossigeno, sia interrompendo la propagazione delle reazioni ossidative), antibatterici ed antivirali, antitumorali (gli studi in merito sono tuttora attivi, e per ora è dimostrata questa sua capacità in relazione all’attività antiossidante e dunque protettiva soprattutto a livello del tratto digerente), e secondo alcuni studi recenti pare avere un ruolo benefico contro il rischio di diabete tipo 2 (inibendo l’enzima coinvolto nell’idrolisi epatica del glicogeno a glucosio, riducendo l’assorbimento di glucosio a livello intestinale).
E’ importante precisare che l’uso del caffè verde crudo deve essere inteso come eventuale “integrazione” e supporto in un regime alimentare corretto e in uno stile di vita adeguato; la liberazione degli acidi grassi, infatti, ha senso solo se l’alimentazione e l’apporto calorico è adeguata (altrimenti il fegato reagisce di conseguenza e “riempe” le cellule adipose). Per quanto riguarda l’effetto antiossidante esercitato dall’acido clorogenico trova senso solo se inquadrato in uno stile di vita mirato a ridurre tutte le concause dello stress ossidativo, vale a dire alimentazione equilibrata e bilanciata e costante attività fisica. Si ricorda che lo stesso acido è presente anche nella mela, nel mirtillo, nel pomodoro, albicocca, pesca, pera, uva sultanina, prugna, lampone, avocado, carota, cacao e tè verde. Si precisa inoltre che l’introduzione di acido clorogenico con gli alimenti risente del problema della biodisponibiltà, che è estremamente variabile.
Pertanto, prima di precipitarsi a riempire dispense di caffè verde è opportuno fare una riflessione sul proprio comportamento alimentare e sul proprio stile di vita.
Dr.ssa Elena Maria Bisi